Interazioni di plasticità sinaptica a breve e lungo termine

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXII – 29 novembre 2025.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

L’attività di comunicazione interneuronica che costituisce la base principale della funzione cerebrale può essere descritta come l’insieme di milioni di picchi di potenziali d’azione trasmessi attraverso sinapsi chimiche, che presentano sia fenomeni di plasticità a breve termine sia fenomeni di plasticità a lungo termine. Dalla scoperta del potenziamento a lungo temine (LTP) e della depressione a lungo termine (LTD), la ricerca si è focalizzata principalmente sulla plasticità a lungo termine, considerata la base della memoria cellulare del neurone e, più in generale, il processo critico per la comprensione delle basi della memoria e dell’apprendimento.

La plasticità a breve termine, al contrario, è stata un po’ trascurata dalla ricerca e, in particolare, le interazioni tra plasticità a lungo e a breve termine, e più specificatamente le dinamiche dell’apparato di trasmissione molecolare, sono in gran parte rimaste inesplorate.

Qiang Yu e colleghi hanno affrontato questo studio impiegando modelli computazionali che catturano i dati elettrofisiologici recenti ottenuti dalla corteccia cerebrale umana e di topo. In tal modo, hanno analizzato le interazioni tra i fenomeni molecolari a breve e lungo termine, dimostrando che tali interazioni interessano in modo straordinario la capacità di apprendimento delle reti di neuroni cerebrali e conferiscono alle cellule nervose la proprietà di elaborare sequenze temporali di picchi come se fossero pattern spaziali.

Questo meccanismo di interazione consente ai circuiti neuronici di aumentare flessibilmente la loro capacità e “robustezza”, accrescendone l’attività invece di espanderne la dimensione.

(Yu Q. et al., Interactions between long- and short-term synaptic plasticity transform temporal neural representations into spatial. Proceedings of the National Academy of Sciences USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2426290122, 2025).

La provenienza degli autori è la seguente: School of Artificial Intelligence, Tianjin Key Laboratory of Cognitive Computing and Application, College of Intelligence and Computing, Tianjin University, Tianjin (Cina); Department of Brain Sciences, Weizmann Institute of Science, Rehovot (Israele); School of Natural Sciences, Institute for Advanced Study, Princeton, NJ (USA); Center for Brain Science, Harvard University, Cambridge, MA (USA); Edmond and Lily Safra Center for Brain Sciences, Hebrew University of Jerusalem, Jerusalem (Israele); Neuroscience Research Center, Charité-Universitätsmedizin Berlin, Berlin (Germania); Medical and Health Data Sciences, Berlin Institute of Health, Charité, Berlin (Germania).

[Edited by Terrence Sejnowski, Salk Institute for Biological Studies, La Jolla, CA].

L’elaborazione dell’informazione nel cervello è sostanzialmente costituita dal vertiginoso passaggio di potenziali d’azione da un neurone all’altro, attraverso la neurotrasmissione di milioni di sinapsi, la cui efficacia spesso dipende dalla storia recente delle loro accensioni. Fino allo studio qui recensito, le interazioni tra plasticità sinaptica a breve e a lungo termine sono state scarsamente indagate e, in particolare, non si conoscono gli effetti di tali interazioni sulla capacità di apprendimento delle reti neuroniche cerebrali.

Qiang Yu e colleghi hanno dimostrato che i cambiamenti a lungo termine della plasticità a breve termine di singole connessioni rendono i neuroni capaci di apprendere l’elaborazione di sequenze temporali di picchi, come se fossero pattern spaziali. Questo meccanismo consente ai circuiti neurali di incrementare flessibilmente la loro capacità e “robustezza”, a spese dell’elevata attività a picchi di potenziali d’azione.

I ricercatori hanno poi dimostrato che i neuroni con una plasticità plastica a breve termine possono imparare a discriminare gli input sulla base di correlazioni di picchi multi-neuronici che si estendono nel tempo e nello spazio. Il modello computazionale sviluppato da Yu e colleghi è perfettamente coerente con le misure elettrofisiologiche ottenute in studi recenti sulla corteccia cerebrale umana e murina e con la distribuzione di induzione e recupero della plasticità a breve termine. L’elaborazione teorica corrispondente al modello predice che la regola di apprendimento osservata a una determinata sinapsi dipende dal grado e dal tipo di plasticità a breve termine che è indotta dal protocollo di induzione della plasticità a lungo termine.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-29 novembre 2025

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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